Mercato delle materie prime a rischio?
Mercato delle materie prime, l’allarme
Il punto
- Secondo gli esperti , l’invasione dell’Ucraina sta mettendo in crisi :
- la cooperazione multilaterale tra i vari Paesi ;
- l’assetto economico – finanziario internazionale emerso alla fine della Guerra Fredda.
- Tutto questo renderebbe molto complicato prevedere gli effetti sul mercato.
Le fonti USA
- Secondo fonti Usa ; fra 12 -18 mesi; sará quasi inevitabile una carestia mondiale ; considerata difficile da contrastare anche con il piano di emergenza per la sicurezza alimentare europeo. Fortemente esposti al rischio della penuria alimentare sarebbero i Paesi del Nord – Africa e del Medio Oriente; quasi totalmente dipendenti dalle importazioni di cereali da Russia e Ucraina.
Materie prime
- In tale contesto; mentre partono le semine primaverili di mais; cresce il rischio di una carestia che potrebbe sconvolgere il mercato delle materie prime alimentari. Non soltanto in Europa.
In Italia
- Sui nostri campi , poi, pesa; fra le altre cose; l’incognita della siccità, dovuta ad un inverno che ha lasciato il Paese con un terzo di pioggia in meno al Nord.
Effetti
- La crisi delle materie prime alimentari , inoltre ; sommandosi agli effetti negativi della pandemia; rischia di innescare, processi devastanti ; sia a livello economico che sociale.
Coldiretti
- In ogni caso , la decisione della Ue di liberare la coltivazione a cereali di 4 milioni di ettari aggiuntivi in Europa ; dei quali 200mila in Italia; potrebbe solo ammorbidire gli effetti di una penuria largamente annunciata. Nel nostro caso; secondo le stime di Coldiretti; il via libera di Bruxelles, dovrebbe «consentirci di aumentare di 15 milioni di quintali la produzione di cereali necessari per ridurre la dipendenza dall’estero». Ma la partenza è «rallentata ed in ritardo per la mancanza di precipitazioni necessarie alla lavorazione dei terreni e alla germinazione delle coltivazioni». Senza contare che: quasi un’azienda agricola su tre, si trova costretta a lavorare in una condizione di reddito negativo per l’esplosione dei costi: dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi fino al +129% per il gasolio. E la battaglia del grano parte sotto la grande incognita delle speculazioni che condizionano pesantemente la quotazione delle commodities alimentari.
Nel 2021
- Nel scorso anno, l’Italia, ha importato il 64% del grano per il pane: il 44% di quello necessario per la pasta; senza contare l’import di mais e soia; fondamentali per l’alimentazione degli animali ;con i raccolti nazionali che coprono rispettivamente appena il 53% e il 27% del fabbisogno italiano. «Tra pochi mesi», sottolinea sempre la Coldiretti, «inizierà la raccolta del grano seminato in autunno in Italia dove, secondo l’Istat ;si stimano 500.596 ettari a grano tenero per il pane; con un incremento dello 0,5%; mentre la superficie del grano duro risulta in leggera flessione dell’1,4%; per un totale di 1.211.304 ettari; anche se; su questa prima analisi; peserebbero i ritardi delle semine per le avverse condizioni climatiche; che potrebbero portare a rivedere il dato al rialzo».
Il mais
- Positiva, invece, la notizia della prima spedizione di migliaia di tonnellate di mais dall’Ucraina attraverso il treno diretto ai confini ovest. Una notizia importante per l’Italia; che acquista mais sui mercati esteri per oltre 6 milioni di tonnellate provenienti prevalentemente da: Ungheria (1,85 milioni di tonnellate), Slovenia (780 mila tonnellate) ed Ucraina (770 mila tonnellate).