Undici Luglio, il calendario liturgico festeggia San Benedetto
Undici Luglio, l’Europa festeggia il suo Santo Patrono
- San Benedetto Abate cosí lo conosciamo i fedeli cattolici. Ed oggi, undici Luglio, con questa frase vogliamo ricordarlo :” Ora et labora”; le parole che lo hanno reso famoso in tutto il mondo. Questa regola di vita, infatti, ha segnato profondamente la cultura e la la civiltà del tempo; portando, di fatto , alla nascita dell’Europa. Cerchiamo di comprendere meglio la valenza di questo Santo, affidandoci alle parole dei suoi biografi: Gregorio Magno e San Girolamo.
- Il quinto secolo, epoca di Benedetto, è testimone del più drammatico scontro di civiltà di tutti i tempi. Quello fra romani e germanici. Il monastero benedettino; in cui vivono come fratelli ;barbari e patrizi romani; diventa, così, il modello della nuova società europea. Vi sono, nella storia, coincidenze che fanno pensare.
La fine di un’era
- Il 476 ; anno della deposizione dell’ultimo imperatore; rappresenta la data simbolo della fine di un’era. Con il tramonto di Roma, scrive S. Girolamo: “cade il principio di unificazione del mondo”.
Una nuova realtà
- La nascita di Benedetto; avvenuta quattro anni dopo; nel 480,segna, invece , l’inizio di una realtà nuova. Recatosi nell’Urbe a completare gli studi, il giovane s’imbatte con una civiltà agonizzante; segnata da ingiustizie e decadenza morale: “Molti suoi compagni deviano per le strade del vizio …” Ma egli; scrive Gregorio Magno, quasi contemporaneo di Benedetto e suo primo biografo; “ritrasse il piede che aveva posto sul baratro, per non precipitare …”.
Un nuovo stile di vita
- Si apparta, per tre anni, fra le montagne; presso Subiaco; quindi , ne esce, per dare vita ai primi monasteri benedettini; espressione della civiltà cristiana, radicata su quella romana. Essa non contrappone, come quella pagana, attività intellettuale e manuale, ma le unifica. Concepisce la vita come: lode operosa, identità di preghiera e di lavoro: “Ora et labora”.
Le opere dei monaci benedettini
- I monaci costruiscono strade e ponti, bonificano terre, aprono scuole ed ospedali. Attorno ai monasteri risorgono i centri abitati e rifioriscono la cultura e le arti. Per sette secoli, il nostro continente si è popolato di una fitta rete di monasteri. Milioni di uomini sono vissuti dentro queste città modello; ove ciascuno è valorizzato con un’attività a lui congeniale: agricoltore, allevatore, artigiano, chimico, amanuense. Così, dissodando le terre, i figli di Benedetto, hanno assicurato il difficile avvio agricolo del continente; ricoperto, a motivo della decadenza, di paludi e foreste. Trascrivendo codici antichi hanno favorito la trasmissione della civiltà. Insomma hanno modellato l’Europa, con la croce, il libro e l’aratro.
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