Medicine: accertate difformità nella messa in commercio
Medicine. Non ci sono buone notizie dal mondo del commercio. Accertate incongruenze, nella fase di messa in circolazione.
- Il Ministero della Salute rende nota la notizia, pubblicando un avviso sul suo sito ufficiale. L’occorso infatti, é del 25 Settembre 2019.
- Le città dei fatti Questa volta, nel mirino degli inquirenti, sono finite le città di Napoli e Pescara.
- A Napoli I NAS coordinati con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopóli, hanno sequestrato 3000 confezioni di medicine. Farmaci questi, destinati all’esportazione di proprietà di 2 Agenzie, specializzate appunto, nella vendita all’ingrosso di medicinali.
- Gli accertamenti In particolare, i militari, hanno verificato che le medicine destinate allo sdoganamento, erano custodite in un container inadeguato al trasporto. Ovvero: a temperature superiori ai valori indicati in etichetta. Tanto da renderli di fatto guasti e/o imperfetti. Inoltre , i Carabinieri, hanno scoperto altri 3500 medicinali. Che seppur destinati al commercio extracomunitario, avevano ancora i bollini adesivi attivi. I bollini in particolare, riportavano l’indicazione “esportazione” mentre invece, dovevano esserne sprovvisti. Per tale motivo, l’Agenzia delle dogane ha respinto le medicine.
- I responsabili delle societá quindi, sono stati deferiti all’autorità giudiziaria.
- Il valore complessivo della merce sequestrata é di 40.000 euro.
Pescara
- A Pescara invece, i Nas, hanno controllato diverse parafarmacie. In particolare, i responsabili legali di 7 attività commerciali, sono stati segnalati all’autorità amministrativa. Che li ha sanzionati per diverse omissioni. Quali :
- Mancanza di spazi o contenitori, ad hoc, per la conservazione dei farmaci scaduti di validità.
- Omessa segnalazione, all’esterno dell’esercizio, della tipologia di farmaci in vendita.
- Assenza del prezziario dei medicinali ad uso del pubblico .
- Mancata installazione di un indicatore di temperatura, nel frigorifero destinato alla conservazione di farmaci ed integratori.
- Assenza del nominativo del farmacista responsabile.
- Inutilizzo del camice bianco e del distintivo professionale dell’ordine dei farmacisti.
- Mancanza, all’interno dei locali, di una striscia di cortesia, per il rispetto della privacy.
- Inoltre, in 2 parafarmacie, alcune donne, esercitavano, abusivamente, la professione di estetista.
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