Covid, la ricerca italiana insegna
Covid, ultime news dalla ricerca italiana
Il Contagio da Omicron
- Un nuovo studio italiano sui contagi da Covid lo dimostra chiaramente. La diffusione del virus; soprattutto di Omicron; non avviene solo quando non si rispetta la distanza di sicurezza; ma anche semplicemente parlando.
Arpa Piemonte
- Attraverso lo sviluppo di un nuovo metodo per il campionamento e l’analisi del SARS-CoV-2 nell’aria; ricercatori di Arpa Piemonte e Università di Torino ; e per la parte teorica e modellistica l’Università di Cassino e la Queensland University of Tecnology; hanno dimostrato che il virus può essere trasmesso per via aerea in ambienti chiusi e non solo tramite le goccioline respiratorie di più grandi dimensioni.
Lo studio
- Lo studio; pubblicato sul prestigioso Journal of Hazardous Material; ha sperimentato e validato un nuovo metodo per il campionamento e l’analisi del SARS-CoV-2 nell’aria. E, grazie a questo metodo, l’Arpa ha fornito dimostrazione diretta del collegamento tra emissione di una carica virale nota di un soggetto infetto e le relative concentrazioni di SARS-CoV-2 nell’aria in condizioni controllate: l’aspetto innovativo della ricerca è che finora questa dimostrazione non era ancora presente in letteratura scientifica.
Gli esperimenti
- Gli esperimenti condotti hanno stabilito che il virus SARS-CoV-2 si trasmette tramite aerosol ; ben oltre le distanze a lungo ritenute “di sicurezza”; pari a 1-1.5 metri. In più, hanno confermato anche l’influenza esercitata dalla tipologia di attività respiratoria rispetto all’emissione di aerosol virale e alla conseguente diffusione nell’ambiente.
Le emissioni
- Come già anticipato da studi precedenti, le emissioni durante la fonazione; cioè la produzione di suoni o rumori per mezzo degli organi vocali mentre si parla; sono di grandezza superiore rispetto alla semplice attività di respirazione. In pratica, solo parlare rischia di contagiare molto di più di quanto si pensasse.
Lacuna colmata
- “Questo studio colma finalmente una lacuna di conoscenza circa la trasmissione di SARS-CoV-2 con una solida evidenza sperimentale che risolve un tema controverso”; sottolinea Il Direttore del Laboratorio di Virologia Molecolare dell’Università di Torino; prof. David Lembo. “Un successo della ricerca italiana che permetterà di applicare i metodi sviluppati anche allo studio degli altri virus respiratori noti e a quelli che si potrebbero presentare in futuro”.
La trasmissione del virus
- Ció che finalmente possiamo affermare è che il Covid può essere trasmesso; per via aerea; in ambienti chiusi e non solo non rispettando la distanza di sicurezza . A questo proposito il direttore generale di Arpa Piemonte; Angelo Robotto; ha sottolineato come sia assolutamente necessario ;a questo punto; un adeguamento tecnologico “radicale”, per mettere in sicurezza gli ambienti chiusi attraverso la ventilazione e il trattamento dell’aria. Tra l’altro anche il professor Giorgio Buonanno dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale insiste: “Lo ripetiamo da tempo e ora ne abbiamo anche la dimostrazione. Il virus si trasmette per via aerea negli ambienti chiusi. E qui mascherine chirurgiche, distanziamento e vaccini non sono sufficienti ad evitare il diffondersi dell’infezione; come; del resto; la variante Omicron ha ulteriormente dimostrato”.
- Ma ci sono fortunatamente “valide” contromisure; di tipo tecnico-ingegneristico; che devono essere assunte: la ventilazione, la riduzione dell’emissione, la gestione dei tempi di esposizione e l’affollamento ; ad esempio; possono mitigare il rischio di infezione. “Siamo in grado di mettere in sicurezza l’aria, a prescindere dalle varianti, come già è stato fatto con l’acqua” conclude.
Un nuovo approccio
- I risultati sperimentali forniti da Arpa Piemonte hanno, inoltre, validato un nuovo approccio teorico-predittivo in grado di calcolare la concentrazione del virus in un ambiente chiuso; partendo dalle emissioni delle persone infette e dalle caratteristiche di ventilazione dell’ambiente.
- Sulla base di questo strumento ; e qui sta l’impatto enorme che potrebbe generare questo studio italiano ; sarebbe possibile costruire politiche coerenti nella gestione degli ambienti interni ; e nella determinazione di misure di controllo per ridurre il rischio di infezione; ad esempio: calcolando la massima occupazione degli ambienti chiusi e la durata massima dell’occupazione.