Accordo tra operatori telefonici, multe salatissime!
Accordo tra operatori telefonici. L’antitrust sanziona Tim, Fastweb, Vodafone e Wind-Tre
- 31 Gennaio 2020. L’Autorità garante per la concorrenza e del mercato (Agcom) multa Fasteweb, Tim, Vodafone e Wind-Tre. L’Agcom, in particolare, ha accertato un’intesa anticoncorrenziale relativa al repricing (aumento dei prezzi), effettuato nel ritorno alla fatturazione mensile”. La multa ,complessivamente, si aggira sui 228 milioni.
Origini della vicenda
- La vicenda ha origine tra il 2015 e il 2017; quando le società telefoniche, comunicano ai loro clienti l’emissione di bollette ogni 28 giorni. Addebitando :una mensilità in più l’anno; e, un aggravio dei costi dell’8,6% medio.
- Quando poi, peró, la legge li costringe a ritornare alla fatturazione a 30 giorni e alle 12 mensilità annue ; lo fanno mantenendo sempre quei rincari medi dell’8,6 per cento. E, secondo l’antitrust, per farlo , “hanno coordinato le proprie strategie commerciali” . Con l’obiettivo di “mantenere il prezzo incrementato; vanificando di fatto il confronto commerciale e la mobilità dei clienti”.
I primi sospetti
- L’Agcm sospetta un accordo segreto tra gli operatori telefonici giá nel marzo del 2018. Quando, con un’ istruttoria ancora in corso, decide di bloccare gli aumenti delle bollette stabiliti da Tim, Vodafone, Fastweb e Wind-Tre. Da una lettura attenta del provvedimento di stop infatti , emergevano quelle che secondo l’Antitrust erano le prove di un accordo di massima tra gli operatori.
Documenti interni
- Il patto segreto di un cartello sui prezzi, nella specie, riporta un “documento interno del 22 settembre 2017; rinvenuto nella sede di Fastweb” ;da questo emergerebbe la volontà di Fastweb Telecom Italia, Vodafone e Wind-Tre di non adeguarsi alla delibera dell’Agcom. Che in quel periodo imponeva di tornare dalla fatturazione a quattro settimane a quella mensile.
- “A partire dal 14 novembre 2017 – scrive l’Antitrust – a seguito dei contatti riportati nel documento di cui sopra, il coordinamento circa il mantenimento dell’aumento dell’8,6% risulta raggiunto in quanto viene dato per scontato nei documenti e nelle comunicazioni successive. E, si discute di eventuali aumenti ulteriori rispetto a quelli derivanti dal passaggio alla fatturazione mensile rispetto a quella quadrisettimanale”.
- Da una comunicazione interna di Telecom Italia del dicembre 2017 emerge, inoltre, la volontà di Vodafone Italia di alzare ulteriormente le tariffe anche considerando già il repricing.
- Tale intenzione di Vodafone Italia viene secondo l’Antitrust confermata anche da documenti raccolti presso la filiale italiana del colosso britannico. Tali documenti confermano, da un lato, che Vodafone studiava una ulteriore manovra tariffaria – informazione conosciuta dai concorrenti –. E dimostra, dall’altro, che a sua volta Vodafone fosse a conoscenza delle manovre tariffarie di Telecom Italia”.
- L’antitrust fa sapere di avere ritrovato “evidenze di scambi di messaggi tra i vertici di Telecom Italia e Vodafone”.
- Due giorni dopo, il 22 dicembre 2017, anche l’ad di Wind-Tre, dava conto dei contatti diretti in essere con i propri concorrenti”.
- Nell’ambito dell’istruttoria dunque, l’Antitrust ha sentito le associazioni dei consumatori; ma anche Iliad, che “ha sostenuto che la strategia collusiva posta in essere dalle Parti del procedimento fosse, altresì, finalizzata a ostacolare il suo ingresso sul mercato”. In altri termini, come si legge nel provvedimento dell’Agcm, “l’incremento dei ricavi connesso al passaggio alla fatturazione quadrisettimanle; unitamente all’aver ritardato il più possibile il ritorno alla fatturazione mensile, ha consentito agli operatori il conseguimento di extraprofitti . Grazie ai quali sono stati in grado di effettuare la significativa riduzione dei prezzi; avvenuta a partire dall’ingresso sul mercato della stessa Iliad”; sbarcata sul mercato italiano con offerte molto concorrenziali.
Le contestazioni
- Le parti, scrive l’Antitrust, “hanno contestato le valutazioni svolte nella Comunicazione delle risultanze istruttorie ritenendo che le stesse fossero per lo più fondate su una lettura strumentale e parziale delle evidenze documentali. ” Ma nonostante questo l’antitrust ritiene che tra Fastweb, Tim, Vodafone e Wind-Tre esiste“un’intesa segreta, unica, complessa continuata, restrittiva della concorrenza; finalizzata a mantenere il livello dei prezzi esistente; e a ostacolare la mobilità delle rispettive basi clienti nel lasso temporale oggetto dell’istruttoria. Impedendo il corretto svolgersi delle dinamiche concorrenziali tra operatori nei mercati dei servizi di telefonia fissa e dei servizi di telefonia mobile”.
I calcoli
- Da qui la sanzione dell’Agcm; che è stata calcolata a partire dal valore delle vendite realizzate dagli operatori nel periodo in cui l’intesa è stata in piedi; considerando anche alcune attenuanti. L’Antitrust è così giunta alla conclusione che a pagare di più dovrà essere Tim; il primo operatore italiano, per poco più di 114 milioni; mentre, Vodafone Italia, dovrà sborsare quasi 60 milioni; Wind-Tre quasi 39 e Fastweb quasi 15.
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