Papa Francesco ed i nuovi reati

Papa Francesco ed i nuovi reati per il Codice di Diritto Canonico

Il Papa modifica il libro che  contiene le sanzioni penali nella Chiesa

Abusi sessualil

  • Papa Francesco decide di integrare il libro  VI  del Codice di Diritto Canonico.  Quella  parte del Codice  , cioé, che  prevede le sanzioni penali nella Chiesa. Il Pontefice, in particolare , ha  reso nota la sua intenzione  con la Costituzione apostolica Pascite gregem Dei.
  • Tra le novità, due  molto attese: 1) i canoni riguardanti il delitto di abuso sessuale su minorenni o adulti vulnerabili e 2) i reati di pedopornografia : non più vagamente intesi come «delitti contro obblighi speciali»; ma  considerati come «delitti contro la vita, la dignità e la libertà dell’uomo».

I perseguibili

  • Tra i soggetti canonicamente perseguibili,  ci sono  anche «i fedeli laici che godono di una dignità o  che svolgono un ufficio o una funzione nella Chiesa».

Ordinazione sacerdotale di una donna

  • Inoltre, tra i «delitti contro i sacramenti»,  conpare il reato canonico di ordinazione sacerdotale di una donna;  punito con la scomunica automatica, secondo quanto dispone  il  canone 1379, paragrafo 3: «Sia colui che ha attentato il conferimento del sacro ordine ad una donna, sia la donna che ha attentato la recezione del sacro ordine, incorre nella scomunica latae sententiae riservata alla Sede Apostolica. Inoltre,  il chierico,  può essere punito con la dimissione dallo stato clericale». La pena di per sé non è nuova: inoltre,  la scomunica automatica, era prevista nel testo delle «Normae de gravioribus delictis» modificato da Benedetto XVI il 21 maggio 2010, in base a quanto aveva già stabilito il «decreto generale» della Congregazione per la Dottrina della Fede del 19 dicembre 2007.

Registrazione di confessioni

  • Allo stesso modo ; entrano nel Codice ; reati finora definiti da leggi e provvedimenti speciali, come : la violazione del segreto pontificio, la registrazione di confessioni, l’omissione dell’obbligo di eseguire una sentenza o decreto penale; l’omissione dell’obbligo di dare notizia della commissione di un reato, l’abbandono illegittimo del ministero, l’alienazione di beni ecclesiastici senza le prescritte consultazioni o i reati patrimoniali commessi «per grave colpa o grave negligenza nell’amministrazione». Tra i delitti contro i sacramenti ,è previsto anche il reato di «chi trae illegittimamente profitto dall’elemosina della Messa».

Entrata in vigore

  • La revisione;  datata 23 maggio 2021; giorno di Pentecoste, entrerà in vigore l’8 dicembre. Il Papa scrive che «il pastore è chiamato a esercitare il suo compito “col consiglio, la persuasione, l’esempio, ma anche con l’autorità e la sacra potestà” (Lumen gentium); giacché la carità e la misericordia richiedono che un Padre si impegni anche a raddrizzare ciò che talvolta diventa storto». E spiega che ormai «appariva evidente la necessità di sottoporre a revisione anche la disciplina penale promulgata da San Giovanni Paolo II, il 25 gennaio 1983, nel Codice di Diritto Canonico. E che occorreva modificarla in modo da permettere ai pastori di utilizzarla come più agile strumento salvifico e correttivo; da impiegare tempestivamente e con carità pastorale ad evitare più gravi mali e lenire le ferite provocate dall’umana debolezza».

Uno Studio di Benedetto XVI

  • Francesco ricorda che lo studio per la revisione fu avviato da Benedetto XVI nel 2007. Tra l’altro, scrive, «è stato seguito il principio di ridurre i casi nei quali l’imposizione di una sanzione è lasciata alla discrezione dell’autorità; così da favorire nell’applicazione delle pene l’unità ecclesiale ; specie per delitti che maggiore danno e scandalo provocano nella comunità».

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