Corte di Cassazione:pronuncia sul falso ideologico in atto pubblico di fede privilegiata

La Corte di Cassazione enuncia un principio di diritto sul reato di:falso ideologico in atto pubblico di fede privilegiata

Roma-07/06/2019-La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite,con sentenza n° 24906/19,crea un principio di diritto, sul reato di :falso ideologico in atto pubblico di fede privilegiata(art.476 comma 2 c.p.)

  • Il caso – Una presentatrice di protesti cambiari, subisce una condanna dalla Corte d’Appello(in secondo grado). Infatti aveva redatto un atto di protesto cambiario falso.In esso dichiarava di: essere andata a casa del debitore; per cercarlo.Mentre invece: aveva solo telefonato a casa.E ,dopo aver parlato con la figlia, deduceva che l’obbligato non poteva pagare.
  • le doglianze – La ricorrente, ritiene che: la condanna a suo carico, si fonda su un capo di imputazione insufficiente.La donna infatti,viene condannata ai sensi dell’art.476, comma 2 c.p.Senza che l’accusa, compaia espressamente ,in capo di imputazione.
  • Il quadro normativo – L’articolo 476 del codice penale,prevede il reato di falsità materiale.Illecito commesso da un Pubblico Ufficiale, in fase di redazione di un atto pubblico. La norma così recita:”Il pubblico ufficiale,che nell’esercizio delle sue funzioni,forma,in tutto o in parte,un atto falso o altera un atto vero,è punito con la reclusione da uno a sei anni.Se la falsità concerne un atto o parte di un atto,che faccia fede fino a querela di falso,la reclusione è da 3 a 10 anni.
  • Conclusioni- L’articolo si riferice ai Pubblici Ufficiali.Considera un tipo di reato, che può compiere un pubblico ufficiale, mentre lavora.La disposizione, punisce l’incaricato che elabora un documento falso(tutto o in parte) o che:ne modifica il contenuto.Il secondo comma dell’articolo 476 c.p. precisa che:se il falso riguarda fatti o documenti ritenuti veri fino a querela di falso, la pena aumenta.Per meglio precisare:la norma descrive una circostanza grave,in diritto definita ” Circostranza aggravante”.
  • La Questione sottoposta alla Corte – La ricorrente chiede alla Corte:” E’ giusto che le motivazioni di una sentenza deducano la contestazione di questo reato aggravato dalla sola descrizione dei fatti?”
  • Il principio di diritto– La Corte di Cassazione, a Sezione Unite,con sentenza n° 24906/19, accoglie il dubbio.E fissa il principio di diritto applicabile in materia.Ritiene che per questa circostanza aggravante,la sentenza non può contenere in motivazione un capo di imputazione in forma implicita.O meglio che: il Giudice di merito non può desumere da fatti narrativi il capo d’accusa.Il capo di imputazione infatti deve essere espresso con precisazioni inerenti il reato e con formule equivalenti;ovvero:con l’indicazione della norma di legge violata.
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