Conti correnti dal 2 Novembre possibili i pignoramenti
Dal 2 Novembre 2021, l’Agenzia delle Entrate ha ripreso a notificare e riscuotere le cartelle esattoriali . Pertanto ; tutti coloro i quali non dovessero onorare i loro debiti col Fisco ; potrebbero rischiare anche il pignoramento dei propri conti correnti .
Cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta.
Il Rischio
- Dal 2 novembre 2021, l’Agenzia delle Entrate torna ad esercitare l’ attività di riscossione e notifica delle cartelle esattoriali . Le procedure esecutive del Fisco, infatti, erano ferme da marzo 2020 per via del Decreto Cura Italia. L’intento era quello di aiutare i cittadini ; già messi in ginocchio; dalla crisi economica causata dall’emergenza Covid.
Adesso
- Da ora in poi, invece italiani con pendenze debitorie verso il Fisco ; dovranno provvedere al pagamento delle cartelle esattoriali notificate prima della pandemia ; entro e non oltre la data di martedì 2 novembre 2021.
- Ne consegue che chi non onorerà tale scadenza ; come da comunicato stampa ; non solo non potrà più fruire dei vantaggi connessi al piano di rateizzazione del debito contratto ; ma si espone al pericolo del pignoramento di tutti i soldi depositati sul conto corrente; senza alcuna distinzione tra salari, stipendi, pensioni o altre giacenze e risparmi.
Precisazioni
- L’Agenzia delle Entrate riscossione ; tra le altre cose ; precisa che il termine ultimo di scadenza (2 novembre 2021) per regolarizzare la propria posizione riguarda anche le pendenze debitorie maturate nei mesi di settembre ed ottobre 2021.
Pignoramento del conto
- Con il concetto “pignoramento del conto corrente ” si fa riferimento al prelievo forzoso da parte del Fisco, dei soldi presenti in giacenza nei conti correnti personali dei debitori ; ivi accreditati come : pensioni, stipendi o semplice risparmi. Il tutto senza esclusioni di sorta.
- Pertanto; nel caso in cui non si provveda al pagamento dei debito notificato ; le somme depositate , corrono il rischio di essere prelevate forzosamente dal Fisco.
- L’intestatario del conto ; come é giusto che sia; verrà avvisato : dallo stesso Ente, mediante apposita comunicazione.
La procedura
- La procedura è per lo più automatica.
- Se il debitore moroso non paga il debito entro 60 giorni dalla notifica della cartella esattoriale, l’Agenzia delle Entrate Riscossione ordinerà alla banca del debitore il blocco del conto corrente ; per una somma equivalente all’ammontare del debito non saldato.
vincoli
- Considerato che nessuno può sottrarsi dal potere del Fisco, la legge pone un vincolo al potere assoluto dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.
- Nello specifico, la normativa italiana ; stabilisce che nel caso di pignoramento del conto corrente non tutti i soldi depositati sono da trattenere coattivamente. Una parte delle disponibilità liquide, infatti, deve essere lasciata ai debitori per poter tranquillamente far fronte alle necessità quotidiane.
- Piú in particolare ; una cifra specifica; deve rimanere a disposizione del debitore per consentirgli un’esistenza dignitosa: il minimo vitale.
Eccezioni
- Nel caso in cui il debitore sia un pensionato ; e la la pensione che egli percepisce sia inferiore al minimo vitale ; non si potrà procedere al pignoramento. Ma a quanto ammonta tale minimo? Per il 2021 è 1.5 volte l’assegno INPS di 460,28 euro: dunque 690,42.
Conto corrente cointestato
- Un po’ più articolata è la procedura di pignoramento del conto corrente cointestato.
- In via generale; il Fisco può ottenere il blocco delle somme depositate sul conto corrente del debitore; lasciando libera la quota dell’altro contestatario.
- I soldi di quest’ultimo, quindi, non verranno intaccati neppure se l’ammontare del debito coincide perfettamente con la somma delle giacenze presenti sul conto corrente.
- Per essere più chiari, se marito e moglie sono cointestatari di un conto corrente; ma solo il marito si trova in una posizione debitoria ; la moglie potrà liberamente disporre della metà delle risorse ; mentre l’altra parte sarà oggetto di pignoramento.