Contanti e pagamenti: i limiti 2020

Contanti e pagamenti secondo l’ultima legge di bilancio

Contanti e pagamenti. I cambiamenti imposti dalla legge di bilancio.

  • La Legge di Bilancio 2020 ha introdotto nuovi limiti per i pagamenti in contanti. Dal 1° gennaio 2020 infatti, è in vigore il tetto di 2 mila euro. In particolare, il Governo, dal 1 luglio 2020, ha deciso di abbassare a 2.000 euro la soglia per i pagamenti in contanti. Mentre ad oggi il tetto per il pagamento in contanti è di 3 mila euro. Ma le novità corrono. Dal 1° gennaio 2022 infatti, il limite scenderà ulteriormente a mille euro. La decisione si inserisce all’interno del cosiddetto «Piano per la rivoluzione Cashless»; per incentivare la tracciabilità dei pagamenti e fa parte della strategia di lotta all’evasione fiscale. Questo comporterà una riduzione progressiva anno dopo anno del denaro circolante. Pertanto qualsiasi cessione di denaro superiore ai 2 mila e poi ai mille euro, dovrà avvenire tramite determinati canali. Quali: il bonifico bancario, le carte di credito, etc.

Le conseguenze legali in caso di violazioni del limite

  • In caso di inosservanza del limite di 2 mila euro nell’utilizzo del denaro contante, è prevista una sanzione amministrativa. Questa oscilla tra i 3 mila euro ai 50 mila. Nella violazione sono coinvolti entrambi i soggetti. Ovvero sia chi cede il denaro sia chi lo riceve. Questo vale anche per donazioni e prestiti ;anche tra parenti. In questo limite però, non rientra il prelevamento o versamento per cassa in contanti dal proprio conto corrente. Perché in questi casi non si tratta di un trasferimento tra soggetti diversi.
  • Le detrazioni fiscali con obbligo di tracciabilità.

Quali pagamenti consente la legge?

  • Nella Legge di Bilancio l’art. 23 disciplina il «Pagamento con mezzi diversi dal contante» . E stabilisce queste modalità di pagamento: bancomat o carte di debito; carte di credito; carte prepagate; assegni bancari e circolari; altri sistemi di pagamento tracciabile come ad esempio il bonifico.
  • La Legge di Bilancio 2020 inoltre, ha introdotto una norma sulla tracciabilità delle detrazioni fiscali del 19% (art. 15 del Tuir); vietando il pagamento in contanti. Dal 1° gennaio 2020 dunque il contribuente è obbligato a pagare le principali detrazioni fiscali esclusivamente con assegni, bancomat, carte di credito, carte prepagate, etc. 
  • Spese sanitarie
  • La Legge di cui in narrativa comunque, nel comma 680, art. 1, legge 160 del 2019, specifica che solo alcune spese detraibili possono avvenire in contanti . Si tratta delle “spese sostenute per l’acquisto di medicinali e di dispositivi medici ;nonché alle detrazioni per prestazioni sanitarie rese dalle strutture pubbliche o da strutture private accreditate al Servizio sanitario nazionale”. In sostanza, dal 1° gennaio 2020 sono detraibili, con pagamento in contanti, solo i medicinali e i dispositivi medici. Come: occhiali, lenti a contatto, siringhe, termometri, test di gravidanza, ecc, e le prestazioni sanitarie rese da strutture pubbliche o private accreditate al SSN.
  • Tutte le altre spese mediche e di assistenza specifica, spese chirurgiche e prestazioni specialistiche rese da strutture private non accreditate al SSN, sono detraibili al 19% (art. 15 del Tuir); con l’“obbligo di pagamento con versamento bancario o postale; ovvero mediante altri sistemi di pagamento previsti dall’articolo 23 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241”.

Lo stipendio ed i contanti

  • Il 1° luglio 2018, è entrata in vigore la legge che obbliga qualsiasi azienda o professionista a corrispondere a un dipendente o collaboratore la retribuzione solo tramite una procedura tracciabile. L’obbligo interessa chi ha un contratto di lavoro subordinato; un contratto di collaborazione; o lavora in una cooperativa con soci. Le uniche forme di pagamento accettate, sono i bonifici con Iban, i pagamenti elettronici, gli assegni bancari o postali e i versamenti in contanti presso la banca o la posta. Il divieto sembra escludere, almeno per il momento, i rimborsi spese per le trasferte e gli anticipi di spese per conto del datore di lavoro o del committente.

Ma cosa dice la banca centrale Europea?

  • La Banca Centrale Europea, ha espresso qualche riserva sull’abbassamento della soglia per i pagamenti in contanti. Il limite, rischierebbe di penalizzare le persone meno abbienti. La Bce forse, potrebbe intendere coloro che non hanno un conto corrente e gli anziani. Inoltre, la Bce sottolinea questo. «Mentre in uno Stato membro possono esistere altri mezzi legali di estinzione dei debiti pecuniari diversi dai pagamenti in contanti; la loro disponibilità in tutti gli strati della società, a costi comparabili con i pagamenti in contanti, dovrebbe essere verificata con attenzione dalle autorità nazionali competenti» . E che i metodi di pagamento alternativi al contante «possono non costituire delle alternative del tutto equivalenti».

Leggi: Novitá- fiscali;

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